Il progetto si pone come obiettivo la riabilitazione e il recupero architettonico del complesso dell’ex Mulino e della sua capacità produttiva e innovativa che questo ha avuto nel passato fino alla sua chiusura. La storia del Mulino ha infatti visto il succedersi di attività produttive legate fortemente con il paesaggio rurale di Nuragus ed, in particolare, alla produzione cerealicola inizialmente come Mulino e successivamente come pastificio.
Il recupero, in questo senso, si inserisce nel tessuto cittadino come un tassello in cui produzione, innovazione e conoscenza recuperano centralità e determinano nuove prospettive.
La strategia operativa è determinata da alcune considerazioni, ritenute di fondamentale importanza nell’elaborazione dell’idea progettuale. Prima fra esse la riorganizzazione dell’immagine urbana attraverso una rielaborazione del fronte principale come quinta degli assi principali.
Secondo elemento l’interpretazione dei segni del passato e la loro reinterpretazione senza cadere in facili falsi storici ma sovrapponendo con coraggio le nuove stratificazioni architettoniche e culturali.
NURLAB – UN LABORATORIO PERMANENTE
L’idea progettuale è ispirata dalla stessa composizione dell’Ex Mulino ed, in particolare, dalla morfologia delle sue addizioni, seguendo un’ideale continuità con il passato e relazionandosi con i vecchi edifici che diventa fonte di ispirazione.
Il significato della parola Nur, oltre richiamare il nome del centro, è associato a uno dei significati attribuitogli dagli studiosi di popolazioni nuragiche. Si pensa, infatti, che questa potesse significare blocco di pietra. Nle progetto i blocchi funzionali inseriti nella struttura rappresentano dei grossi blocchi di pietra, sono rivestiti in pietra arenaria locale) che modificano, senza distruggere, l’aspetto e le funzionalità del vecchio edificio.
Abbiamo quindi studiato l’inserimento dei nuovi volumi funzionali all’interno delle fabbriche esistenti seguendo diverse modalità di intervento a seconda delle condizioni strutturali del contesto. Le scatole sono di diversa dimensione ma si richiamano formalmente e tecnicamente l’una con le altre. L’intervento progettuale si identifica come una nuova stratificazione, immediatamente identificabile sia dal punto di vista architettonico che tecnologico.
Le “scatole” tagliano, completano o si appoggiano ai volumi esistenti, li racchiudono o sono contenute al loro interno mentre i volumi esistenti diventano un segno storico del passato.
L’intervento progettuale prevede il loro recupero al fine di mantenerne i segni e i valori storici che essi hanno per la comunità. Il recupero sarà volto soprattutto ad interventi di consolidamento dei paramenti incoesi mentre, dal punto di vista strutturale, saranno i nuovi blocchi in pannelli prefabbricati ad offrire stabilità al complesso.
Il museo diventa un laboratorio permanente che investe tutti i settori della vita quotidiana, dall’artigianato classico a quello tecnologico (fablab), gli aspetti culinari dei prodotti tipici (barlab) e uno spazio produttivo (ortolab)a servizio della collettività, spazi di produzione ma anche di socializzazione.
Il complesso richiama il valore della componente acqua attraverso il recupero delle acque piovane, la predisposizione di canali all’aperto per il raffrescamento delle corti e l’irrigazione dell’rto, e il recupero dei pozzi utilizzati per la realizzazione di un impianto geotermico.
Luogo: Nuragus
Data: 2014
Collaboratori: Arch. Gabriele Deplano, Ing. Andrea Deplano, Ing. Andrea Lostia